Federazione Speleologica Regionale dell'Emilia Romagna

Speleologia Emiliana V serie – n° 5 – 2014

Speleologia Emiliana n° 5 - 2014
Le genti di questo lembo di pianura che si stende fra il Po e l’Appennino e fra due mari hanno sempre manifestato di possedere la tendenza ad una sorta di individualismo solidale, le cui massime espressioni si possono storicamente riconoscere nell’istituzione dei Comuni e nella pratica della cooperazione. Qui perfino le grandi aggregazioni confessionali e sociali e le conseguenti accese conflittualità sollecitate dalla politica e talvolta dalla religione paiono aver inculcato nelle persone solo il meglio: un sentito reciproco rispetto per la diversità delle opinioni altrui ed una diffusa disponibilità a far fronte insieme alle difficoltà, in vista del bene comune. La si potrebbe definire una “terra di mezzo”, ponte millenario di transito fra Nord e Sud, laboratorio di idee e di sperimentazioni, legato alla tradizione ma aperto al nuovo ed ove – fra mille eccezioni e contraddizioni e quindi in generale – si può ritenere che nel mondo piccolo dell’anima ben poco sia mutato dal tempo in cui Don Camillo e Peppone condividevano i loro giorni con grinta, generosità e passione anche se, nella realtà, i contrasti erano ben più profondi e non di rado crevano pesanti lacerazioni.
In questo contesto culturale, di cui ci sentiamo orgogliosi depositari, viviamo il quarantesimo Anniversario della nostra Federazione Speleologica Regionale, lontani dall’autocompiacimento e davvero solo per concederci un attimo, far punto, ripensare a ieri per poter guardare con fiducia al domani.
La FSRER è certamente un frutto minore, ma non atipico di questa terra dell’Emilia-Romagna; trae le sue origini dal 1953 e nel ‘59 è la prima forma di associazione regionale di Gruppi Speleologici sorta nel nostro Paese. L’iniziativa di riunire intorno ad un tavolo i loro rappresentanti – lo ricordiamo – venne dal Prof. Mario Bertolani, mosso dall’unico, arduo intento programmatico di giungere alla formazione del Catasto delle grotte dell’ER. Si erano appena spenti gli echi di una guerra disastrosa e il desiderio di ricostruire un Catasto Regionale quando anche quello Nazionale era andato in parte distrutto, poteva sembrare un tantino velleitario, ma incredibilmente gli speleologi convenuti a Modena, rappresentanti di sei Gruppi, si costituirono in quella “Commissione Regionale per il Catasto delle cavità naturali dell’Emilia Romagna” che quindici anni più tardi si sarebbe evoluta in un organismo più articolato e ambizioso: la “Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna”.
Se, come abbiamo osservato, è vero che per motivi storici e culturali l’accordo fra gli uomini è più facilmente realizzabile qui che altrove, non possiamo negare quanto sia più difficile e inconsueto rilevare tale fenomeno fra entità organizzate, ariamente disseminate in più provincie, composte da giovani mediamente inferiori a vent’anni, assimilabili solo grazie al fatto ch’esse conducono la stessa attività speleologica. Ebbene, la Commissione Catastale e poi la FSRER sono giunte a comprendere fino a tredici Gruppi Speleologici della Regione, all’interno della quale si possono poi verificare altre vistose anomalie nei confronti del panorama associazionistico nazionale: nel 1962 la fusione della PASS con il GS Duca degli Abruzzi nell’ USB, nel 1966 quella del Gruppo Speleologico Città di Faenza con il GS Vampiro nel GS Faentino e, nel 1975, ancora a Bologna, la federazione fra il GSB e l’ USB. Questi processi hanno valorizzato le rispettive eccellenze e le reciproche complementarietà ed hanno grandemente giovato alla funzionalità ed alle potenzialità dei Gruppi e della Federazione stessa.
Il merito di aver ideato e costruito con paziente sapienza e con la forza dell’esempio un luogo d’incontro ed uno strumento di condivisione, aderendo al quale ogni singola Associazione si impegnava a collaborare con le altre superando gli ostacoli dovuti alle diverse specificità, a talora gravi carenze formative e materiali e nondimeno ad un clima di aperta competizione, va indiscutibilmente attribuito a Mario Bertolani. Fu lui a convocare la prima e a sollecitare le successive riunioni dei Gruppi e a por mano alla raccolta ed al riordino della documentazione dispersa, oltre che a spendersi personalmente sul campo, per anni, con la bussola e l’ecclimetro in mano in più di un centinaio di grotte piccole e grandi.
Di non minore importanza l’effetto indotto dalle periodiche assemblee della Commissione, che ben presto cominciarono a sfiorare e poi entrare nel merito di tematiche estranee al Catasto: il rapporto fra i Gruppi, la continua espansione delle attività estrattive e degli insediamenti abitativi all’interno delle aree carsiche, le azioni dirette di protezione delle grotte, le Scuole di Speleologia, il Soccorso. Le occasioni di confrontarsi estese a tali argomenti divennero ben presto Convegni Regionali. Memorabile il VI, nel 1965 a Formigine: il primo di cui fu possibile stampare gli Atti e da cui presero avvio l’organizzazione del Soccorso Speleologico e la Commissione Nazionale Scuole di Speleologia.
Nel 1974 si ritenne che i tempi fossero maturi per una vera e propria Federazione di Gruppi Speleologici, con uno Statuto ed un Regolamento propri, in vista dei compiti di rappresentanza e di coordinamento sempre più ampi che tutti volevano farle assumere.
Da allora sono trascorsi quarant’anni, che hanno visto nel 1980 la pubblicazione del Catasto in una prima veste cartacea, poi in versione informatica, due Leggi Regionali (1988 e 2006) che hanno riconosciuto lo status e le competenze della FSRER, l’istituzione di un’attiva collaborazione con le Università di Bologna e Modena, con la Regione stessa e con i Parchi Carsici dell’Emilia-Romagna, campagne di ricerche speleologiche e multidisciplinari nei gessi, alcune prestigiose pubblicazioni, molti Convegni e Congressi: il tutto realizzato direttamente o con il contributo della Federazione.
Questi gli argomenti delle pagine che seguono, scritte da speleologi che hanno vissuto intensamente i primi quaranta anni della nostra Federazione.
In questa felice ricorrenza indirizziamo un saluto alla Società Speleologica Italiana, che in una riunisce e rappresenta tutti i Gruppi e le Federazioni Regionali del nostro Paese ed al Club Alpino Italiano, al quale aderiscono quattro Gruppi della FSRER e rivolgiamo un grato pensiero agli Amici scomparsi: Mario Bertolani, Antonio Rossi, Rodolfo Regnoli e Luciano Bentini, che tanto amarono la Federazione e la cui memoria intendiamo onorare attraverso la mole e l’importanza stessa dei progetti che la FSRER si è prefissa negli anni a venire, sentendoci forti solo dell’esempio di chi ci ha preceduto e dell’impegno di quanti operano all’interno dei Gruppi Speleologici Federati ed alla guida della Federazione.

Massimo Ercolani
Presidente della Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna

 

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