I gessi di Tossignano
a cura di Piero Lucci e Stefano Piastra
Il volume I Gessi di Tossignano, quinta monografia dedicata ad un settore della Vena del Gesso romagnola entro le “Memorie dell’Istituto Italiano di Speleologia” dopo Il progetto Stella-Basino (2010), I Gessi e la cava di Monte Tondo (2013), I Gessi di Brisighella e Rontana (2015) e I Gessi di Monte Mauro (2019), chiude il cerchio di un percorso, scientifico e umano, iniziato oltre un decennio fa e che ha coinvolto decine di ricercatori.
L’idea originaria era quella di un programma di lungo periodo, posto sotto l’egida della Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna e in collaborazione con il Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola, che analizzasse con grande dettaglio l’intero affioramento evaporitico ubicato nell’Appennino imolese e faentino e che fungesse da collettore “olistico” delle conoscenze inerenti la Vena: alla revisione dei dati storici si accompagnavano nuove campagne di ricerca capillare sul terreno, ripetute nel tempo, in una prospettiva spiccatamente interdisciplinare, trasversale alle discipline scientifiche e umanistiche.Con questo libro il progetto intrapreso ormai diversi anni fa può dirsi concluso, e i gessi romagnoli, studiati nella loro globalità, vanno senza dubbio oggi individuati come l’area evaporitica italiana indagata più a fondo.
I Gessi di Tossignano costituisce un titolo sintetico: in realtà, la zona oggetto di analisi non si limita al solo affioramento selenitico tossignanese, ma si allarga sia ai gessi posti fra il Rio Sassatello/Torrente Sellustra e sinistra idrografica del Fiume Santerno, sia agli ammassi ricompresi fra Tossignano e il Torrente Senio (Gessi di Tossignano e Gessi di Monte del Casino).
Amministrativamente, il comune maggiormente coinvolto è Borgo Tossignano (BO), con alcune emergenze poste in comune di Casalfiumanese (Sassatello) e altre in quello di Fontanelice; la dorsale gessosa compresa all’incirca fra la sella di Ca’ Budrio e Borgo Rivola appartiene invece al comune di Riolo Terme (RA).
Si tratta di un territorio decisamente variegato, dove si alternano aree ad alta naturalità (in primis, la Riva di S. Biagio nei Gessi di Monte del Casino), ad altre decisamente antropizzate (Tossignano e i dintorni di Borgo Tossignano).
In entrambe le realtà, i valori ambientali e culturali non mancano: le prime ospitano vasti sistemi carsici (a partire da quello che fa capo alla Risorgente del Rio Gambellaro) e specie biologiche rare; le seconde vedono proprio nell’antropizzazione storica, di lunga ascendenza, il loro motivo di interesse, a partire dalla genesi e dall’evoluzione, dal Medioevo, del centro urbano di Tossignano, fortemente influenzate dal substrato gessoso, oppure alla lunga tradizione dell’attività estrattiva, ora qui conclusa da alcuni decenni, che tanta parte ha avuto nel modellamento del paesaggio e nelle dinamiche socio-economiche storiche locali.
Al volume è allegato un DVD: uno strumento ormai tecnologicamente obsoleto nel 2022, ma l’unico che ad ora permettesse, entro il budget della pubblicazione, di rendere permanentemente disponibili contenuti multimediali strettamente connessi ai temi della monografia, e veicolabili in formato digitale: da filmati, a file di grandi dimensioni, a interviste a testimoni privilegiati.
Anche in occasione de I Gessi di Tossignano decine di ricercatori, afferenti alle Università di Bologna, di Parma e di Modena e Reggio Emilia, alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio o indipendenti, hanno contribuito, in modo gratuito, alla realizzazione dell’opera, rallentata da un oltre un biennio di pandemia legata a COVID-19, segno di un forte attaccamento all’idea di concludere lo studio integrale della Vena del Gesso.
I tanti valori e le tante peculiarità illustrati nelle pagine seguenti, così come in quelle dei libri precedenti, sono ora in attesa di una valutazione fondamentale per il loro futuro: l’intera Vena del Gesso è infatti parte della candidatura Evaporitic Karst and Caves of Northern Apennines a World Heritage UNESCO, posta sotto l’egida della Regione Emilia-Romagna, giunta ormai alla fine del proprio iter procedurale, durato diversi anni (http://www.venadelgesso.it/wh.html).
Il responso finale in relazione alla candidatura è atteso per il 2023: inutile sottolineare che, in caso di inclusione dei gessi emiliano-romagnoli entro la World Heritage List, si tratterebbe di uno dei massimi riconoscimenti mondiali per un’emergenza territoriale di primaria importanza, ben oltre la scala
regionale, alla cui conoscenza i nostri volumi hanno sicuramente contribuito in misura rilevante.
Se con questa monografia si conclude un progetto pluriennale di studio, editoriale e umano tra tanti autori che in questi anni hanno collaborato tra loro, la ricerca in relazione alla Vena del Gesso non si esaurisce certo qui: come in ogni campo del sapere, quello che sembra un punto di arrivo è in realtà un nuovo inizio; nonostante le attività capillari sul campo, sicuramente qualcosa ci sarà sfuggito; nuovi temi e nuovi approcci, alla luce di nuove tecnologie, potranno ripartire da qui e far scoprire alle prossime generazioni di ricercatori nuove evidenze
a noi ignote..
Piero Lucci
Speleo GAM Mezzano;
Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna
Stefano Piastra
Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Dipartimento di Scienze dell’Educazione
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