Speleologia Emiliana V serie – n° 9 – 2018
Quest’anno usciamo decisamente in ritardo, un po’ troppo per i miei gusti, ma d’altronde è colpa mia… con la complicità di qualche autore pardon bradipo che si è cullato nel mio non essere sollecita a chiedere il rispetto delle date di consegna…
A mia parziale discolpa invoco impegni che mi hanno coinvolto nella docenza e organizzazione di un corso itinerante di terzo livello sulle cavità artificiali, di cui leggerete in un articolo e la mia partecipazione nel comitato organizzatore di Casola 2018 e altro.
Chiedo quindi scusa ai lettori, prometto solennemente di non attardarmi più lungo la via e di mettere in cantiere il numero 10 già domani, anzi ieri per la verità, infatti ne ho già parlato con alcuni autori, perché l’anno prossimo Speleologia Emiliana compie 50 anni!
Ora però parliamo di questo numero, anche quest’anno tutti i gruppi della Federazione hanno relazionato sulle loro attività, che si sono svolte sia dentro i sacri confini della regione, ma anche fuori con puntate all’estero e anche in altri continenti! Tutto sommato il panorama si presenta abbastanza vivace e attivo. Il GGAriminum che ha esordito l’anno scorso su queste pagine, quest’anno ha contribuito con un articolo oltre all’attività, dimostrando una forte volontà di integrazione nella Federazione. Non posso che ringraziarli ed essere molto soddisfatta. Forse per la prima volta da anni leggerete articoli che parlano di cavità estere, perché gli speleologi Emiliano-romagnoli non si fermano facilmente ai confini, come si diceva sopra. Continua il lento cammino della proposta di candidatura Unesco per i Gessi dell’Emilia-Romagna, l’attività ferve, leggerete tra le righe di vari articoli l’impegno dei gruppi federati per
contribuire alla realizzazione del sogno proibito!
Il cammino si prospetta ancora irto di ostacoli ma la Federazione non molla e la pattuglia di combattenti è particolarmente determinata: chi si smazza il lavoro politico, chi quello tecnico e/o scientifico, chi tesse relazioni, tutti coordinati da Paolo Forti, che li sferza come i dannati nelle Malebolge…
Il 2018 ha visto il ritorno del Raduno a Casola, con presenze record di iscritti, con 2.500 speleologi e 1.200 cittadini casolani. Casola Valsenio, la casa degli speleologi, non si è smentita e ha accolto come sempre il popolo del sottosuolo, ne leggerete gli echi in vari articoli.
Mi sembra che anche questo numero 9 si presenti variegato e interessante, con articoli che spaziano in molteplici campi, quindi sono certa che sarete indulgenti sul ritardo con cui esce, inoltre reca con sé un piccolo dono: un supplemento al numero scorso, che è uscito in occasione del raduno, per illustrare la mostra “Usi impropri (?). La fruizione delle cavità nell’iconografia antica e moderna” che la Federazione ha curato l’anno scorso.
Come sempre vi auguro una buona lettura e spero che anche questa volta sia di vostro gradimento.
Maria Luisa Garberi
Redazione Speleologia Emiliana
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