Speleologia Emiliana V serie – n° 4 – 2013
Ancora una volta, nonostante le ristrettezze economiche determinate dagli inevitabili tagli dei contributi della Regione, si è stati in grado di realizzare il presente numero di Speleologia Emiliana e di finire i molti progetti in essere, nonché di attivarne altri. Questo è stato possibile grazie ai consolidati e positivi rapporti con i parchi carsici (Parco regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa e Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola) e con il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia-Romagna, che hanno permesso di dare continuità alle iniziative della FSRER.
É ormai terminato il “Progetto Gypsum LIFE – Natura e Biodiversità”, finalizzato a interventi di pulizia e riqualificazione di doline, inghiottitoi e grotte, e all’installazione di cancelli allo scopo di tutelare le colonie di chirotteri, che le frequentano. La Federazione vi ha partecipato attivamente sin dalle fasi iniziali di progettazione e stesura, dopodiché è stato portato a termine dai singoli Gruppi. Continua, inoltre, il capillare monitoraggio delle acque carsiche regionali in collaborazione con l’Università di Bologna. Sempre nell’ambito del progetto LIFE si stanno individuando altri interventi da fare, utilizzando le risorse economiche residue.
Nel frattempo è stato avviato, con il Parco della Vena del Gesso Romagnola e con la Banca del Germoplasma della Tuscia dell’Università di Viterbo, un progetto che prevede la riproduzione e la reintroduzione di Asplenium Sagittatum all’interno del Parco. Si tratta di una felce rara in Italia e presente nella Vena del Gesso Romagnola solo all’ingresso della Grotta del Re Tiberio (ER-RA 36), ma ormai estinta da oltre sessanta anni a causa della raccolta indiscriminata e della distruzione del suo habitat da parte della cava. L’obiettivo del progetto sarà riprodurre le piante in laboratorio, tramite le spore prelevate da felci conservate presso gli erbari, per poi reintrodurle in ambiente cioè, in sostanza, agli ingressi delle grotte. Si inquadra nel più vasto progetto dell’Assemblea delle Nazioni Unite del 2010 “Anno Internazionale della Biodiversità” e della “Strategia Nazionale per la Biodiversità 2011-2020” adottata dall’Italia. È un programma di lavoro che, se realizzato, vedrà impegnata la FSRER per alcuni anni a testimonianza, ancora una volta, della sua attenzione alla biodiversità e, in particolare, a quella in ambiente carsico. Sempre in ambito internazionale/nazionale continua la fattiva collaborazione al progetto del GAL BolognAppennino, fornendo supporto di carattere scientifico per la candidatura, alla commissione European Geopark Network, di un Geoparco, che comprende l’Appennino bolognese, il Parco dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa e il Parco della Vena del Gesso Romagnola.
A queste concrete iniziative, di tutela dell’ambiente carsico, vanno poi aggiunte tutte le attività di studio e ricerca finora promosse o sostenute dalla Federazione e svolte dai Gruppi. Se il Progetto Stella-Basino, varato dalla Federazione nel 2008, più di tutti rappresenta l’apice qualitativo dell’azione della Federazione, oggi la realizzazione dello studio multidisciplinare curato dallo Spelo GAM Mezzano su: “I Gessi e la Cava di Monte Tondo” e la conseguente pubblicazione è espressione della capacità dei Gruppi e della Federazione di dare continuità alla propria azione di ricerca.
Queste iniziative hanno portato a un progetto del Parco della Vena del Gesso Romagnola, in collaborazione con la Federazione stessa e l’Istituto Italiano di Speleologia, che prevede lo studio di tutta la Vena del Gesso. Il prossimo impegno riguarderà i gessi di Brisighella, Rontana e Castelnuovo; a seguire saranno poi presi in considerazione i gessi di Monte del Casino e Penzola, per poi finire con i gessi di Monte Mauro. In questo senso, il volume del Gruppo Speleologico Bolognese-Unione Speleologica Bolognese (GSB-USB) – Le Grotte Bolognesi – è un importante contributo. Lo studio su “I Gessi e la Cava di Monte Tondo” ha però anche un altro valore: s’inquadra nel compito di monitoraggio che la Federazione si è impegnata a realizzare nella cava di Borgo Rivola (RA). I risultati delle ricerche condotte saranno, nei prossimi anni, alla base di ogni confronto e decisione riguardante l’impatto dell’attività estrattiva con l’ambiente.
I lavori non si fermano qui. È in fase di realizzazione il progetto d’indagine e ricerca sulle miniere ipogee di Lapis Specularis nella Vena del Gesso Romagnola, promosso dalla Direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna, la Soprintendenza per i Beni Archeologici e il Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna e dal Parco della Vena del Gesso Romagnola. È stato svolto un rilievo di dettaglio della Grotta della Lucerna (ER-RA 831), sono in corso ricerche bibliografiche e la predisposizione di un documentario. Sono stati trovati anche nuovi siti, molti dei quali grazie a saggi di scavo. Si è partecipato attivamente alla mostra organizzata dal Centro Culturale “M. Guaducci” il 20 aprile scorso (2013) a Zattaglia (RA). Si è impegnati nella realizzazione del convegno che si svolgerà il prossimo settembre presso il Museo di Scienze Naturali di Faenza (RA), promosso dalla Soprintendenza e dal Parco della Vena del Gesso Romagnola. In questo convegno è previsto un intervento della Federazione. In seguito saranno pubblicati gli atti che la Federazione sosterrà economicamente. Sempre in occasione del convegno sarà realizzata una mostra cui la FSRER parteciperà attivamente sin dalle fasi di progettazione.
Si è anche partecipato all’attività convegnistica della Regione già nel 2012, intervenendo ufficialmente, per la prima volta, a un evento scientifico internazionale (7° Euregeo “Congresso Europeo sulla Cartografia e i Sistemi Informativi Geologici” organizzato dal Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia-Romagna) e, di recente, al convegno promosso dall’Associazione Italiana di Geologia e Turismo. Il convegno è stato un importante appuntamento di confronto su un tema di grande attualità: il rapporto tra turismo e geologia. Ancora una volta è stata una buona occasione per far conoscere i progetti della Federazione a un vasto pubblico del settore.
Con il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia-Romagna si hanno anche altri progetti in corso e in fase di avvio. Sul solco tracciato dall’importante studio sui Geositi Carsici in Emilia-Romagna, realizzato grazie ad Antonio Rossi, si sta avviando un piano di lavoro sulle (ri)sorgenti carsiche nella Regione, che si renderà concreto con una pubblicazione dedicata. Continua, nello stesso tempo, la realizzazione e l’implementazione del sistema conoscitivo e informativo regionale e il catasto delle grotte, che consentirà agli Enti locali una pianificazione territoriale e urbanistica maggiormente sostenibile e attenta alla conservazione del patrimonio carsico. Si è impegnati, in particolare, nell’aggiornamento tecnico del Catasto delle Grotte dell’Emilia-Romagna, per adeguarlo alle più recenti tecnologie 3D. Due corsi, promossi dalle scuole regionali della Società Speleologica Italiana (SSI) e del Club Alpino Italiano (CAI), sono stati realizzati allo scopo di approfondire l’argomento.
Particolare interesse è stato dedicato alla realizzazione del “piano territoriale” del Parco della Vena del Gesso Romagnola, mettendo a disposizione degli amministratori le conoscenze e le competenze della FSRER. Sono stati promossi tre seminari di studio (a oggi se ne sono realizzati due). Il primo ha riguardato la zonizzazione del parco: in questo seminario sono stati indicati i principali punti d’interesse carsico da considerare nella definizione dei confini del Parco, dando continuità all’azione della Federazione, con particolare riferimento alle proposte formulate nell’anno 2000 dallo Speleo GAM Mezzano e dal Gruppo Speleologico Faentino (GSFa) in merito alla realizzazione del Parco stesso (integrate, nel 2007, con uno studio di dettaglio sui sistemi carsici della Vena del Gesso Romagnola e, in seguito, meglio inquadrate con i geositi carsici individuati dalla Regione sulla base degli studi sui geositi carsici del 2011). Il secondo ha riguardato il tema: “Gli Spazi Culturali nella Vena del Gesso Romagnola”, in altre parole l’uso delle strutture esistenti e da realizzare. Anche in questo caso sono state formulate proposte inerenti ai percorsi, agli ambienti di maggiore interesse e alla destinazione di uso di alcuni edifici. Tutto questo in una visione d’insieme che consenta una migliore leggibilità dei territori e di sostegno alla ricerca e allo studio. Il terzo seminario riguarderà, invece, il ripristino ambientale. Cosi facendo s’interviene sin dalle prime fasi di progettazione del “Piano Territoriale”, svolgendo come Federazione quella funzione fondamentale “di referente riconosciuta per le attività speleologiche in Emilia-Romagna”, attribuita dalla legge regionale 2006/9. Tra i punti di maggiore interesse da considerare nel “Piano Territoriale “ vi è anche il Museo di Scienze Naturali di Faenza, gestito dal GSFa, in cui la Federazione è direttamente coinvolta nella realizzazione di uno specifico progetto sulla speleologia.
È stato poi proposto l’utilizzo di un edificio, ora in disuso, per realizzare un centro multidisciplinare, integrato con un sentiero didattico sul carsismo, da intitolare ad Antonio Rossi. La FSRER si è anche resa disponibile alla collaborazione per l’uso del “Centro di Tossignano”, dedicato agli aspetti geologici e carsici.
Continua poi il sostegno al progetto “Diversamente Speleo”. È questa un’iniziativa di altissimo livello sociale e di solidarietà dello Speleo Club Forlì (SCF).
Anche la vita interna della Federazione si è aggiornata a seguito del rinnovo dello statuto avvenuto nel 2012. Con l’elezione delle nuove cariche sociali e, soprattutto, con la costituzione del “Consiglio Direttivo”, avvenute il 12 giugno scorso, si è data piena applicazione ai contenuti dello statuto stesso. Ciò che si deve fare ora è migliorare, il già ottimo, rapporto tra gli scopi della Federazione e la sua gestione. I progetti in essere e quelli da realizzare saranno il primo banco di prova.
Massimo Ercolani
Presidente della Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna
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