Speleologia e geositi carsici in Emilia-Romagna
A cura di Piero Lucci e Antonio Rossi
Questo volume è la sintesi di un lungo lavoro che ha visto la Federazione Speleologica Regionale e i Gruppi ad essa federati impegnarsi per decenni nello studio e nella esplorazione delle aree carsiche dell’Emilia-Romagna. Queste comprendono vaste zone ipogee accessibili, in genere, con molta difficoltà e quindi sconosciute ai più. Si tratta di ambienti spesso molto complessi e di straordinario interesse scientifico. Scopo principale di questa pubblicazione è far conoscere ad un sempre più vasto pubblico l’originale e fragile patrimonio carsico epi- e ipogeo presente nella nostra regione affinché sia protetto e salvaguardato con la massima cura.
Soltanto una diffusa conoscenza e un’attenzione costante possono infatti creare i presupposti basilari per una loro efficace difesa.
L’attività degli Speleologi, che tradizionalmente non comprende figure professionali, è rivolta in primo luogo all’esplorazione di nuove grotte, al loro rilievo, allo studio delle acque sotterranee, dei riempimenti fisici e chimici ipogei, nonché alla conoscenza della peculiare biologia presente in questi luoghi solo apparentemente privi di vita. La complessità degli studi effettuati e in via di realizzazione ha richiesto la continua collaborazione di studiosi di varie discipline, alcuni dei quali appartenenti ai Dipartimenti di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali delle Università di Bologna e Modena-Reggio Emilia. Anche con i Parchi carsici regionali, all’interno dei quali sono ubicati gran parte dei geositi di seguito presentati, la collaborazione è stata continua: studi, pubblicazioni, attività in difesa e salvaguardia dell’ambiente carsico vedono ormai da anni i gruppi affiliati alla Federazione Speleologica Regionale a fianco del Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e, a partire proprio da questi ultimi mesi, anche del Parco Regionale della Vena del Gesso romagnola, di recente costituzione. Rimarchevole è poi la presenza degli speleologi nel progetto LIFE, promosso appunto dal Parco Regionale dei Gessi Bolognesi per il monitoraggio e la salvaguardia della fauna ipogea, con particolare riguardo ai chirotteri. Dopo l’approvazione della Legge Regionale 10 luglio 2006, n. 9, che si occupa di conservazione eQuesto volume è la sintesi di un lungo lavoro che ha visto la Federazione Speleologica Regionale e i Gruppi ad essa federati impegnarsi per decenni nello studio e nella esplorazione delle aree carsiche dell’Emilia-Romagna. Queste comprendono vaste zone ipogee accessibili, in genere, con molta difficoltà e quindi sconosciute ai più. Si tratta di ambienti spesso molto complessi e di straordinario interesse scientifico. Scopo principale di questa pubblicazione è far conoscere ad un sempre più vasto pubblico l’originale e fragile patrimonio carsico epi- e ipogeo presente nella nostra regione affinché sia protetto e salvaguardato con la massima cura. Soltanto una diffusa conoscenza e un’attenzione costante possono infatti creare i presupposti basilari per una loro efficace difesa. L’attività degli Speleologi, che tradizionalmente non comprende figure professionali, è rivolta in primo luogo all’esplorazione di nuove grotte, al loro rilievo, allo studio delle acque sotterranee, dei riempimenti fisici e chimici ipogei, nonché alla conoscenza della peculiare biologia presente in questi luoghi solo apparentemente privi di vita. La complessità degli studi effettuati e in via di realizzazione ha richiesto la continua collaborazione di studiosi di varie discipline, alcuni dei quali appartenenti ai Dipartimenti di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali delle Università di Bologna e Modena-Reggio Emilia. Anche con i Parchi carsici regionali, all’interno dei quali sono ubicati gran parte dei geositi di seguito presentati, la collaborazione è stata continua: studi, pubblicazioni, attività in difesa e salvaguardia dell’ambiente carsico vedono ormai da anni i gruppi affiliati alla Federazione Speleologica Regionale a fianco del Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e, a partire proprio da questi ultimi mesi, anche del Parco Regionale della Vena del Gesso romagnola, di recente costituzione. Rimarchevole è poi la presenza degli speleologi nel progetto LIFE, promosso appunto dal Parco Regionale dei Gessi Bolognesi per il monitoraggio e la salvaguardia della fauna ipogea, con particolare riguardo ai chirotteri. Dopo l’approvazione della Legge Regionale 10 luglio 2006, n. 9, che si occupa di conservazione e valorizzazione della geodiversità con particolare riferimento ai fenomeni carsici, è iniziata un’intensa e proficua collaborazione con il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia-Romagna che vede, in questo volume, un punto di eccellenza.
La base di questo lavoro è il nuovo “Catasto della cavità naturali dell’Emilia-Romagna” che raccoglie le schede delle oltre 850 grotte presenti nella nostra regione.
Una mole di dati in continuo aggiornamento che comprende il rilievo di ogni singola cavità, il suo studio morfologico e idrologico, il posizionamento sulla Carta Tecnica Regionale (CTR) e le note informative. Sempre in collaborazione con il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione è in avanzata fase di realizzazione l’inserimento del Catasto stesso nel Sistema Informativo Regionale (Web-GIS).
Massimo Ercolani
Presidente della Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna