I gessi e la cava di Monte Tondo
STUDIO MULTIDISCIPLINARE DI UN’AREA CARSICA NELLA VENA DEL GESSO ROMAGNOLA
a cura di Massimo Ercolani, Piero Lucci, Stefano Piastra, Baldo Sansavini
Il volume I Gessi e la cava di Monte Tondo si inserisce nell’alveo di una serie di pubblicazioni relative alla Vena del Gesso romagnola caratterizzate da area oggetto di studio estremamente limitata e grande dettaglio di analisi. La prima monografia in tal senso fu Le grotte della Vena del Gesso romagnola.
I Gessi di Rontana e Castelnuovo (1999), poi seguita in tempi più recenti da Il progetto Stella-Basino (2010), ricompresa, come il presente libro, all’interno delle “Memorie dell’Istituto Italiano di Speleologia”: l’idea di fondo, pur mantenendo il filo conduttore della multidisciplinarità, è e resta quella di affiancare a opere generali sull’intera Vena (ad esempio la guida del 2010 nata sotto l’egida del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola) o su tutti gli affioramenti gessosi emiliano-romagnoli (il libro Speleologia e geositi carsici in Emilia-Romagna (2011), sviluppatosi in collaborazione con il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli regionale), opere con taglio più profondo e specialistico.
La zona questa volta indagata è Monte Tondo (Riolo Terme, RA), un modesto rilievo appartenente alla Vena del Gesso, in destra Senio, a prima vista anonimo.
Si tratta invece di un luogo-simbolo, non solo della Vena ma in senso più ampio dell’intera Romagna: in un affioramento evaporitico assolutamente limitato (circa 1,5 kmq, intendendo l’area analizzata in senso ampio, sino a comprendere il borgo di Crivellari), si concentrano infatti valori naturali e storico-culturali di livello assoluto e temi gestionali di primaria importanza.
Ci riferiamo al fatto che Monte Tondo, e in modo particolare la Tana del Re Tiberio qui ubicata, è uno dei luoghi dove nacquero la geologia e l’archeologia stratigrafica moderne (grazie in primis all’opera di Giuseppe Scarabelli) e dove si sviluppano alcuni tra i maggiori sistemi carsici nei gessi europei. Ma si tratta anche di una stazione che ospita od ospitava specie botaniche rarissime (Cheilanthes persica e Asplenium sagittatum, quest’ultima attualmente scomparsa), sede di imponenti colonie di pipistrelli durante il letargo invernale (ai nostri giorni trasferitesi nelle gallerie di cava non più coltivate), nonché di un sito centrale nel patrimonio identitario e folklorico locale (si pensi alla famosa leggenda qui ambientata, rielaborata persino in lavori poetici e teatrali).
Tali valori oggi si trovano però a convivere in stretta contiguità con il Polo Unico Regionale di estrazione del gesso, qui aperto nel 1958, maggiore cava a livello continentale in relazione a tale minerale.
Sviluppatosi sotto l’egida del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola, il volume, spiccatamente interdisciplinare, frutto della sintesi di tutti i dati pregressi accumulatisi negli ultimi 150 anni e di circa due anni di nuove, intense indagini corali, si pone come contributo, crediamo, imprescindibile alla discussione dei temi sopra accennati. Duplice, almeno nelle nostre intenzioni, è la sua finalità: non solo di ricerca scientifica (documentazione e discussione di tutti gli aspetti scientifici rilevanti), ma anche applicativa (georeferenziazione e rilievo di tutte le emergenze), allo scopo di renderne effettivamente possibile la tutela e contribuire alla pianificazione delle attività umane nell’area.
A conclusione di una ricerca che per impegno e fatica, ma anche per stimoli e risultati conseguiti, ha significato molto, e che per certi versi va a chiudere e coronare una lunga stagione di studi protrattisi per oltre un ventennio, il più sentito grazie è rivolto a tutti i collaboratori della monografia, i quali, qui come nei nostri lavori precedenti, hanno prestato la loro opera in modo volontario.
Massimo Ercolani
Federazione Speleologica
Regionale dell’Emilia-
Romagna / Speleo GAM
Mezzano
Piero Lucci
Federazione Speleologica
Regionale dell’Emilia-
Romagna / Speleo GAM
Mezzano
Stefano Piastra
Fudan University,
Shanghai (RPC) / Alma
Mater Studiorum
Università di Bologna
Baldo Sansavini
Speleo GAM Mezzano
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