Federazione Speleologica Regionale dell'Emilia Romagna

I gessi di Brisighella e Rontana

STUDIO MULTIDISCIPLINARE DI UN’AREA CARSICA NELLA VENA DEL GESSO ROMAGNOLA
a cura di Piero Lucci, Stefano Piastra

I gessi di Brisighella e Rontana

Il volume I Gessi di Brisighella e Rontana rappresenta, in ordine di tempo, la terza monografia dedicata alla Vena del Gesso romagnola ricompresa tra le Memorie dell’Istituto Italiano di Speleologia e pubblicata sotto l’egida della Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna, del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola e della Regione Emilia-Romagna, Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli.
Preceduto da Il progetto Stella-Basino (2010) e da I Gessi e la cava di Monte Tondo (2013), e parte di un più ampio progetto di ricerca ed editoriale destinato, nei prossimi anni, a coprire interamente la Vena con ulteriori due libri incentrati sui Gessi di Tossignano e Monte del Casino e sui Gessi di Monte Mauro, il lavoro in oggetto riguarda il settore orientale delle evaporiti romagnole, ubicate in Comune di Brisighella.Il cuore del territorio qui analizzato va infatti individuato nei Gessi di Brisighella e nei Gessi di Rontana e Castelnuovo, questi ultimi già esaminati in dettaglio in una monografia omonima del 1999, curata dal Gruppo Speleologico Faentino e dallo Speleo GAM Mezzano; pur non avendolo espressamente indicato nel titolo per ragioni di brevità, si è inoltre ritenuto opportuno allargare l’indagine ai Gessi della Bicocca, trattandosi di un affioramento selenitico estremamente ridotto e comunque amministrativamente ricompreso sempre all’interno della municipalità brisighellese.
Limitatamente ai soli articoli di argomento biologico, l’analisi si estende poi ad un settore della Formazione Argille Azzurre (bacino del Rio delle Zolfatare) posto immediatamente più a valle dell’affioramento selenitico.
I Gessi di Brisighella e Rontana non possono di certo vantare la naturalità di altri settori della Vena del Gesso, ma costituiscono comunque un’area dagli importanti valori scientifici: oggetto di fondamentali osservazioni e scoperte geologiche e paleontologiche (si pensi alla sezione geologica dell’ex cava Monticino, ora Parco Museo geologico, oppure all’omonima fauna messiniana qui rinvenuta negli anni Ottanta del Novecento), zona carsica tra le prime ad essere studiate in Romagna agli inizi del XX secolo grazie all’opera di Giovanni Bertini Mornig e caratterizzata da sistemi molto articolati (in primis, quello facente capo alla Grotta Risorgente del Rio Cavinale), sede di peculiarità floristiche e faunistiche.
A tali elementi vanno aggiunti i segni, in una prospettiva di lungo periodo, dell’interazione storica tra uomo e ambiente: dal sito della Tanaccia, ai rinvenimenti di età romana presso il Centro Visita Carnè, alle evidenze del castello di Rontana (negli ultimi anni, indagato in una serie di campagne di scavi archeologici organizzate dall’Università di Bologna), ai numerosissimi siti estrattivi, di varie dimensioni e varie cronologie, ai nostri giorni nella loro totalità chiusi.
Una vera e propria particolarità della zona in esame consiste poi nel centro storico di Brisighella, di origine medievale, area urbana per larghi tratti sviluppatasi letteralmente “in simbiosi” sul e con il gesso.
Spiccatamente interdisciplinare e corale, frutto dellariconsiderazione di tutti i dati pregressi e di nuove indagini sul terreno, appositamente organizzate, protrattesi negli ultimi due anni, il presente volume continua nella direzione dei nostri lavori precedenti, ovvero nel tentativo di coniugare ricerca e divulgazione scientifiche con finalità applicative, fornendo cioè agli enti territoriali locali, tramite la georeferenziazione, rilievo e documentazione delle emergenze naturali e culturali, gli elementi utili per una corretta pianificazione e gestione.
Tutto questo nella speranza di una sempre maggiore consapevolezza presso i residenti e in una sempre più efficace opera di tutela dei valori ambientali e storico-culturali dei gessi romagnoli, nonostante la perdurante crisi economica e conseguenti tagli di spesa agli enti locali.
Da ultimo, a conferma di un interesse diffuso e di un senso di attaccamento profondo in relazione alla Vena del Gesso presso una parte importante della comunità scientifica, trasversalmente agli ambiti disciplinari, va sottolineato come tutti gli autori, come già nei nostri precedenti studi, abbiano prestato la loro opera su base volontaria, rendendo possibile un prodotto di ricerca di mole considerevole, punto di partenza, crediamo imprescindibile, per qualsiasi indagine futura.

Piero Lucci
Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna / Speleo GAM Mezzano

Stefano Piastra
Fudan University, Shanghai (RPC) / Alma Mater Studiorum Università di Bologna

 

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